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Tarpino

(Elisa Pietracito + Benedetta Chiari)
2021
corteccia di pino, filo di cotone
90x90 cm; installazione ambientale

Un totem di corteccia veglia sulla valle del Mugello. 
Nella sua pelle bucata, lo spirito del Tarpino ondeggia spinto dal vento.
Durante i sopralluoghi alla residenza del festival Foglia Tonda lungo il sentiero che collega Razzuolo a Casa all’Alpe, Benedetta ed io  abbiamo notato a terra le cortecce di alcuni pini che staccandosi dal tronco si sedimentavano sul sentiero. Era come se la pelle dell’albero mutasse aspetto nel tempo, abbandonando il tronco cui faceva parte per cadere altrove; come il lento abbandono che l’Appennino sta vivendo a causa di un processo di marginalizzazione che ha portato a un calo delle attività e dell’occupazione ed è quindi soggetto a rarefazione sociale e invecchiamento della comunità. Abbiamo raccolto le cortecce dal suolo per portarle nuovamente in cielo.
Ispirate dal disegno dei fori dei tarli, abbiamo legato ogni pezzetto di corteccia l’uno all’altro tramite filo di cotone in piccoli fori posti ai lati dei pezzi. 
Nell’incontro con gli abitanti abbiamo raccolto alcune storie, tra le quali  la canzone del bue di Mansalto che ha guidato la nostra azione nel creare la forma di una pelle stesa, che ondeggiasse al vento e non rivelasse a prima vista la sua essenza se non avvicinandosi e notando la lavorazione della corteccia.

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